Ho bussato alla volta del cielo
e mi è apparsa una figura di donna,
e sulle labbra il rossetto,
e la cipria che ambrava le gote
m'uscì dalla gola quasi strozzata
-volevo soltanto vederti un istante,
e dirti quanto mi manchi,
quante volte ho sognato il tuo volto,
quante volte ho cercato la mano
che asciugasse ancora il mio pianto,
lo sguardo, la voce che frantumasse
i silenzi e guidasse il mio passo-
-avrei voluto portarti fra il grano
e gli ulivi nel volo di mille farfalle,
raccogliere viole e sederti su un sasso
mentre il tramonto ti sfuma di rosso,
ma il destino tiranno fu nostro nemico-
-sai, ho ancora paura del buio,
ma tu come stai lassù fra le stelle?
ogni tanto ti vengo a cercare,
son tante, in ognuna rivedo il tuo viso
fra le più luminose il sorriso-
-suvvia, alla fine sto bene e ti penso,
ma sai, mamma, quaggiù ora è maggio,
darti un bacio e lasciarti un messaggio:
una rosa, che i petali sfoglia nel vento
e profuma d'amore e coraggio-.