Sono le tracce lasciate dal rover della NASA Curiosity all'inizio del suo percorso esplorativo sulla superficie del Pianeta Rosso. Quanto a tracce di qualche forma di vita... aliena, beh, occorrerà aspettare... Intanto si avvicina un appuntamento imperdibile per gli appassionati al tema: il 4° Congresso dell'International Academy of Astronautics del 25-26-27 settembre prossimi a San Marino, il cui tema è appunto Cercando Tracce di Vita nell'Universo, che è anche il tema comune dei prossimi Carnevali della Fisica e della Chimica (la deadline per la segnalazione dei link da parte dei blogger interessati è il 10 settembre: vedere qui). Cercando tracce di vita nell'Universo è anche un po' l'argomento di un mio racconto breve (anzi: brevissimo) inedito che pubblico qui di seguito.
IL
PIANETA GEMELLO.
Avevano
frugato in ogni pur lontano recesso della Galassia con occhi
indagatori montati su sonde instancabili per trovare la "nuova
casa".
Inquinamento,
sovrappopolazione, guerre fratricide per l’accaparramento delle
risorse avevano ormai devastato il vecchio pianeta. Ai pochi
superstiti, l'ultima chance: trasmigrare tutti sul Pianeta Gemello,
l'unico nella Galassia che appariva con un'atmosfera ricca
d'ossigeno, sterminate foreste, immense distese d'acqua, vaste
pianure... Certo, il Nuovo Mondo risultava abitato (che strane
creature dovevano essere!!!) e mostrava già i primi segni di quegli
stessi flagelli che volevano fuggire...Presto: bisognava raggiungere
i futuri ospiti e avvertirli del rischio ormai imminente, sperando
nel loro spirito di accoglienza. Poi, tutti insieme, avrebbero forse
saputo fronteggiare quel terribile destino. D’altronde, avevano
potuto apprendere già molto di quei curiosi esseri, riuscendo a
interpretare i messaggi che quelli regolarmente inviavano da qualche
tempo nello spazio siderale, forse perché anch’essi desiderosi di
avere una risposta alla fatidica domanda: siamo soli nell’Universo?
No, non lo erano: a tempo debito, ne avrebbero avuto la prova certa!
Il
viaggio fu lungo, data la distanza, ma presto la nave si sarebbe
posata sulla superficie del Pianeta Gemello, nel punto preciso a suo
tempo stabilito. Fu nell’avvicinarsi a questo che fecero l’amara
scoperta: