"...Chi, per interesse o per mestiere, si mescola quotidianamente a
centinaia di ragazzi che videogiocano, googlano, youtubano, twittano,
taggano, condividono, messaggiano, chattano e deambulano perennemente
appesi alle cuffiette dell’iPod o dell’ultimo smartphone non può che
prendere atto di questa mutazione antropologica che genera nuovi
comportamenti, nuovi linguaggi, nuove narrazioni, nuovi sensi.
L’accelerazione finale di tale rivoluzione garbata si deve all’adozione generalizzata della nuova interfaccia touch e alla conseguente disseminazione di una nuova generazione di devices come gli smartphone e i tablet. Tanto è vero che l’iPad è ormai l’indiscussa icona del nuovo digital lifestyle, il totem della nuova dimensione mediale, l’arma finale con cui le tribù digitali assediano l’analogico fortino della scuola.
Perché il tablet è intelligenza, leggerezza, curiosità, bellezza,
divertimento. Il tablet lo tocchi e sei operativo (in classe, in piazza,
in aereo, in balcone, a letto). Il tablet, con una robusta copertina,
si apre come un diario, si usa come un quaderno, si legge come un libro,
si appoggia in ogni dove (sulle ginocchia, sul banco, sullo scalino,
sul piumone), si ripone in qualsiasi zainetto. Con il tablet la
scrittura diventa fluida, vaporosa, svelta, musicale. Con il tablet la
lettura diventa più facile e gradevole: si può orientare la pagina,
ingrandire i caratteri, regolare la luminosità, sottolineare,
evidenziare, chiosare, commentare, condividere, tradurre, ricercare. Un
tablet fa da biblioteca, da astuccio, da block notes, da laboratorio
linguistico, da enciclopedia, da atlante, da dizionario. Con il tablet
puoi disegnare, fotografare, filmare, registrare, ascoltare e fare
musica...".
(pubblicato originariamente in “Rivista dell’istruzione”, n. 2, marzo-aprile 2013, Maggioli, Rimini).