Su comune.info.net, Alain Goussot, docente di pedagogia speciale presso l’Università di Bologna, pedagogista, educatore, filosofo e storico, lancia un severo j'accuse contro la nuova scuola che si è andata profilando negli ultimi decenni, e che propone ormai "...una formazione sempre più segmentata, orientata all’acquisizione di abilità tecniche, di competenze funzionali alle esigenze dell’impresa e
dell’economia finanziaria. Il passaggio dalla scuola delle conoscenze a
quella delle competenze ha significato meno conoscenze trasversali e
sapere e più abilità tecnicistiche settoriali...". E via mettendo il dito in varie piaghe, come "...la valutazione tramite modelli standardizzati come le prove Invalsi... La moltiplicazione delle categorie diagnostiche in ambito scolastico
(Disturbi specifici di apprendimento-Dsa, e Bisogni educativi
speciali-Bes)... la ossessione italiana per la lingua inglese che non vuol dire apertura
al mondo, per questo bisognerebbe imparare le lingue, ma semplicemente
subalternità all’imperialismo culturale anglosassone e quindi al modello
Nord Americano con una contemporanea svalorizzazione della stessa
lingua italiana nonché del latino...Senza parlare dei discorsi sulla scuola digitale che sembrano ignorare
le serie ricerche sull’impatto dell’uso del digitale selvaggio sullo
sviluppo dei nostri figli (si dovrebbe parlare di ‘massacro degli
innocenti’)...".
Su quest'ultimo punto specifico dissento: sicuro che l'attuale scuola italiana si caratterizzi per un uso selvaggio del digitale in classe? Ma quando mai... da noi la scuola digitale in troppe realtà è ancora ben di là da venire... E comunque il problema non è se il digitale a scuola sia troppo o troppo poco, ma se mai quale tipo di strategia pedagogica lo informi...
0 commenti:
Posta un commento